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Chiesa di San Francesco

Mirandola, Modena
Chiesa | Bene pubblico | Danno crollato

La storia

La chiesa di San Francesco è documentata fin dal 1287. Costruita in forme semplici e materiali locali a sud est dell’antico Castrum, divenne il punto di riferimento per la comunità mirandolese. I Pico, nobiles de la Mirandula dal 1311, la elessero a luogo di sepoltura della famiglia.
Alla fine del Trecento la piccola chiesa fu ricostruita, nello stesso luogo, nelle forme sobrie del gotico padano che il tempio ha conservato fino ad oggi.
Fra Cinquecento e Seicento i frati e la nobiltà ornarono e arredarono altari e cappelle che nel corso dei secoli mutarono più volte patronato e titolazione. Fra di esse spicca la cappella della Beata Vergine di Reggio, impreziosita da marmi e dorature.
Danneggiata durante gli assedi fra XVI e XVIII secolo, la chiesa fu sempre prontamente riparata,.
Negli anni trenta dell’Ottocento e, ancora, un secolo più tardi, nell’ambito del revival medievale, la chiesa fu in gran parte spogliata delle memorie funebri, privata del portico, degli altari e della maggior parte dei beni: alterazioni che, tuttavia, non arrivarono a compromettere l’eleganza e l’integrità della sua architettura.

 

Il post sisma

Danni gravissimi alla chiesa con il crollo del campanile, della navata laterale destra e della parete portante destra della navata centrale oltre alla perdita di gran parte della copertura. Tali fenomeni hanno compromesso la stabilità della facciata ponendola a serio rischio di ribaltamento. E’ stato eseguito subito il rilievo laser scanner e sono stati adottati i primi interventi provvisionali per impedirne la caduta nelle due direzioni.
Sono stati rimossi gli elementi pericolanti con l’utilizzo di piattaforme aeree e sono state messe in sicurezza le porzioni di copertura recuperabili; è stato realizzato un sistema a sostegno di volte e archi della navata sinistra e bloccata la parte superiore della parete sinistra della navata centrale per prevenirne il ribaltamento. La porzione rimasta del campanile è stata smontata con un’operazione di imbracatura e tiranti.
Oltre al completamento della rimozione e cernita delle macerie, si è provveduto a preservare la copertura della navata sinistra e della parte di volta rimasta sul presbiterio e a proteggere la pavimentazione dalle acque piovane.