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Terreferme Logo emilia 2012. il patrimonio culturale dopo il sisma

Castello delle Rocche

Finale Emilia, Modena
Castello | Bene pubblico | Danno grave

La storia

Edificato per commissione del marchese Nicolò d’Este su di una più antica struttura fortificata identificabile con la torre settentrionale, il Castello delle rocche di Finale Emilia ha mantenuto l’impianto quattrocentesco dovuto agli interventi dell’architetto militare Bartolino da Novara nel 1402 e di Giovanni da Siena nel 1425.

Collocato lungo l’antico corso del fiume Panaro, nell’odierno centro della città, il castello presenta una pianta rettangolare delimitata da tre torri sporgenti con il Mastio, al centro del lato settentrionale. Per poterlo trasformare in residenza adatta ad ospitare la famiglia degli Este vennero realizzate alcune trasformazioni, come ad esempio il loggiato a tre ordini nel cortile interno, e venne arricchito da decorazioni, come quella  marmorea dei capitelli, risalenti ai lavori di Giovanni da Siena o quella  pittorica, ancora in parte presente all’interno, realizzata probabilmente da Ettore Bonaccolsi e altre maestranze ferraresi.

Dal XVII secolo per la fortezza inizia un lento degrado e si trasforma in magazzino e carcere. Passata al Comune nel 1864, rinasce lentamente, grazie ad una serie di importanti interventi di restauro: nel 1896 con l’interramento del Panaro e nel 1980 con il progetto di restituire funzionalità pubblica all’edificio.

Il post sisma

Anche la rocca di Finale, così come quelle di altri paesi emiliani dell’area del sisma, registra pesanti danni come la distruzione del mastio della torre nord-ovest e delle parti sommitali delle altre torri.
Pesantemente colpito anche il corpo centrale e i loggiati a causa del crollo del torrione principale mentre la sezione ospitante i Musei Civici e le relative collezioni è stata messa in sicurezza senza aver subito gravi danni.
Nell’estate del 2012 sono state intraprese opere di messa in sicurezza tra cui lo smontaggio dei merli e delle parti pericolanti della torre sud-ovest.
Si è inoltre provveduto alla rimozione delle macerie la cui selezione ha permesso di effettuare importanti ritrovamenti di materiali archeologici compresa una moneta aurea dei primi anni Venti del Millecinquecento.

Grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’emilia romagna, il Comune di Finale Emilia e il supporto scientifico dei Politecnici di Bari e di Milano, il futuro restauro della rocca sarà definito a seguito di un concorso di progettazione.